Pillar 2.6
Ecosostenibilità e trasparenza: costi smaltimento e recupero, storicizzazione dei prezzi
La problematica
Le novità introdotte nella prima fase per la trasparenza aiutano, ma non sono sufficienti a garantire equità al mercato. Di seguito le principali anomalie che rimmarrebbero irrisolte:
- larga diffusione di merci altamente inquinanti e di scarsa qualità;
- prezzi sproporzionatamente alti della merce di qualità.
I motivi che generano tali situazioni sono:
- scarsa conoscenza dei reali costi di produzione;
- numero elevato di intermediazioni;
- prezzi che non inglobano i «costi ambientali» dei prodotti inquinanti.
La rivoluzione
Uno dei punti cardine della rivoluzione economica, che sarà ben esplicitato nella terza fase, è la tutela dell’ambiente e della qualità dei prodotti.
Nella seconda fase è prevista una importante rivoluzione:
- l'inserimento, come addizionale sul prezzo di vendita al consumatore, dei costi di smaltimento e recupero del bene.
In questo modo prodotti, oggi molto economici, che presentano costi di smaltimento elevati (bassa biodegradabilità, confezioni con prodotti inquinanti utilizzate per fini promozionali, elevata tossicità, etc.) saranno penalizzati dal mercato perché diventeranno più costosi di altri che presentano una maggiore qualità e/o minor costo ambientale.
In pratica il consumatore pagherà il costo di smaltimento dei rifiuti al momento dell’acquisto di un bene. Al comune di residenza si pagherà solo una quota relativa al servizio di raccolta dei rifiuti (fissa e che dipenderà dall’efficienza dei comuni).
Principali Vantaggi
- premialità per i prodotti di qualità e/o poco inquinanti;
- spese per i rifiuti legati ai consumi effettivi;
- trasparenza del mercato.
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